Il 99% delle persone non hanno idea del potenziale della mente umana. In questo blog troverete alcuni semplici consigli per utilizzare il cervello al massimo delle proprie capacità.

mercoledì 6 ottobre 2010

L'importanza della forza di volontà nel raggiungere i propri obiettivi

Che differenza c'è fra un ottimista e un pessimista? Beh direte voi, il primo pensa che il mondo gli sia amico e il secondo che tutto gli vada storto. È effettivamente vero? Certo che no direte voi. Sbagliato! Negli Stati Uniti, dove si fanno ricerche un po' su tutto, è stato dimostrato che effettivamente i pessimisti hanno meno possibilità di realizzare i propri progetti e le proprie ambizioni a parità di altre condizioni. Come mai? Naturalmente non perché la scalogna se la prende con certe persone in particolare, ma perché chi pensa positivo si focalizza di più sull'obiettivo e riesce meglio nei propri compiti.

Ottimismo anche quando tutti intorno a te la vedono brutta...

Questo dimostra senza ombra di dubbio che lasciando da parte tutti i fattori tecnici che facilitano o ostacolano la riuscita del nostro progetto, qualunque esso sia, è la propria convinzione a fare la differenza. Per quale motivo? Principalmente si tratta di focalizzazione mentale: il cervello riceve una quantità immensa di input dai cinque sensi, ma non è assolutamente in grado di processare tutte le informazioni che riceve. Per questo motivo fa un'accurata selezione e scarta tutte quelle che secondo lui sono inutili. Che cosa significa "secondo lui"? Sono le nostre credenze, convinzioni ed il nostro sistema morale che dice al cervello cosa vedere e cosa ignorare. Ma è possibile sfruttare questo limite della nostra mente a nostro vantaggio.

L'asso nella manica degli ottimisti è proprio questo: se sono convinti che tutto gli vada bene, ignoreranno automaticamente tutte le sconfitte e tutti i segnali negativi, proprio perché la loro mente è troppo impegnata sui successi e gli incoraggiamenti che ricevono. Ricordate: le vittorie e le sconfitte assumono un peso diverso a seconda di come le interpretiamo.

Il classico bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: voi cosa rispondente? Spazio alla fantasia nei commenti!

Cosa fare quindi se siete dei pessimisti cronici che pensano che tutto andrà sempre e irrimediabilmente male? Si può cambiare, ma al contrario di tutti i blog gestiti da millantatori o finti guru del cambiamento personale non vi mentirò: non è facile e richiede del tempo per essere assimilato. Ma attenzione: con la seconda frase non intendo dire che non potete farlo in 5 minuti: i cambiamenti sono improvvisi, avvengono da un momento all'altro. Potete decidere di diventare ottimisti in questo esatto momento, il problema poi sarà non ricadere in tentazione e sprofondare nuovamente nel pessimismo. Difatti non stiamo parlando di cambiare qualcosa al di fuori di voi, non dovete costruire un muro o abbatterlo: si tratta di cambiare quello che pensate, che è molto più difficile a livello psicologico.

Ho letto anni fa una bellissima frase di un autore inglese di cui non ricordo il nome, che in italiano suonerebbe più o meno così: "se vuoi diventare qualcosa, comportati come se lo fossi già". Niente di più vero, e vi suggerisco di fermarvi qualche secondo a riflettere su questa frase prima di continuare la lettura dell'articolo. Fatto? Bravi.
Quindi, se volete essere ottimisti, dovete iniziare a comportarvi come loro: si lasciano scoraggiare dalle avversità? No, cercano sempre di vedere il lato positivo della vicenda, poi sorridono e pensano a quanti progressi hanno già fatto. Allo stesso modo dovete fare voi.

Non vi sentite già più ottimisti?

Per facilitarvi il processo, iniziate anche con una forma sottile di autoconvincimento: ripetetevi continuamente "io sono ottimista, le cose mi andranno bene e ce la farò". Continuate a dirvelo, interiorizzate questa frase, rifletteteci sopra e prima o poi il vostro cervello comincerà ad assimilarla e infine la prenderà come vera. Fra l'altro, questo è uno dei metodi che usano le pubblicità per far colpo sul pubblico.

Cos'altro vi posso dire? Non posso spiegarvi come cambiare voi stessi e soprattutto non vi posso garantire che ci riuscirete. È un processo difficile come ho già detto, ma non impossibile. So bene gli ostacoli che ci sono in mezzo, perché ci sono passato pure io. Porto l'esempio che viene sempre fatto in questi casi: fare colpo su una bella ragazza (o ragazzo). Un pessimista penserà che non ha speranza, quindi nemmeno ci proverà, oppure ci proverà in maniera così svogliata e sicura del fallimento che non potrà che confermare la propria tesi. Ricordatevelo sempre: se avete una convinzione, allora troverete sempre e comunque delle prove a sostenerla. Questo, ovviamente, oltre al fatto che senza aver fatto esperienza (solitamente con dei fallimenti) non si va proprio da nessuna parte!

Convinti? Se siete dei pessimisti iniziate subito a cambiare il vostro sistema, se invece siete ottimisti ricordate che si può sempre migliorare, quindi prendete spunto da questo post per diventare ancora più sicuri di voi. Chiudo l'articolo con una frase adatta al contesto: buona fortuna! ;)

domenica 26 settembre 2010

il sogno lucido: come controllare i sogni

In un post precedente avevo già parlato dell'esperienza extracorporea (altrimenti detta OBE) e di un ottimo metodo per indurla. Come detto precedentemente in sostanza non si tratta che di un sogno lucido: ci si rende conto di essere in un sogno, quindi si riesce a controllarlo in tutti i suoi aspetti. Una delle cose più semplici e divertenti da fare è volare, ma non è affatto l'unica. Inoltre, il sogno lucido viene felicemente usato come terapia medica in caso di soggetti che abbiano frequenti incubi notturni: se si riconosce di essere in un incubo non ci vorrà molto a trasformarlo in un bellissimo sogno.

L'incubo ricorrente è una condizione terapeutica che può essere curata con il sogno lucido

Avete visto il film Inception con Leonardo di Caprio? Un bel film, non c'è che dire, e si focalizza su delle persone che entrano nei sogni altrui per modificare il loro carattere o estrapolare loro informazioni. Spesso capita però che queste persone non sappiano più se si trovano nella realtà o nel sogno: per questo ognuno di loro ha un "totem", ovvero una test che permetta loro di stabilire se ci si trova nella realtà oppure no. Il protagonista, per esempio, fa girare una trottola: se dopo un po' si ferma si trova nella realtà, se continua a girare in eterno allora è senza dubbio un sogno.

Inception: un film sui sogni

Il film mischia elementi effettivamente presenti nelle teorie scientifiche sul sogno ed altri inventati di sana pianta per rendere il tutto più spettacolare, ma il passaggio che vi ho descritto qui sopra è forse la cosa più azzeccata dell'intera produzione: per sapere se siete in un sogno dovete fare un test (anzi, più di uno). Il problema è che portarsi appresso una trottola non è molto pratico, e l'azione di farla girare e aspettare il responso è decisamente troppo complicata per poter essere usata efficacemente. Quindi tenete a mente alcuni test molto più semplici: trattenere il respiro (impossibile in un sogno), perforare il palmo della mano con un dito dell'altra mano, contare il numero di dita sempre della vostra mano, leggere due volte lo stesso testo e vedere se dalla prima alla seconda lettura esso è cambiato.

Durante un sogno capita spesso di avere quattro o sei dita

Bene, questi i test (detti "test della realtà") che se fatti in un sogno daranno un risultato diverso da quello che ci si può aspettare nella realtà: a questo punto acquisterete conoscenza di quello che sta avvenendo e non avrete problemi a controllarlo. Ma come è possibile ricordarsi di farlo proprio quando si sogna? Già, perché durante il sogno noi crediamo di essere nella realtà, quindi senza un metodo si torna al punto di prima.

La riposta è semplice: fate in modo che almeno due di questi test diventino un'abitudine quando siete svegli. Dove per "abitudine" si intende almeno una decina di volte al giorno in momenti casuali, in particolare quando succede qualcosa che esula dall'ordinario. Se avete problemi di incubi, fatelo ogni volta che vi sentite agitati anche solo leggermente. Dopo una settimana circa, vi assicuro che vi ricorderete di farlo anche durante un sogno.

Non dimentichiamo che quest'esperienza può essere anche estremamente divertente: cosa fare quindi per ricordare tutti i sogni che si fanno? Saprete forse che si sogna sempre, ma raramente si ricordano le proprie esperienze eteree; è inutile fare un sogno lucido se poi ci si dimentica tutto appena svegli. Come già detto nel capitolo sulle esperienze extracorporee, tenete carta e penna vicino al vostro letto e scrivete quello che sognate appena svegliati. Non perdete tempo ad alzarvi e andare alla scrivania: tempo 10-15 secondi e la metà dei ricordi saranno già svaniti. Scrivete di getto anche se non ricordate bene tutto all'inizio (è normale) né cercate di seguire l'ordine temporale degli avvenimenti, mettete su carta la prima cosa che vi viene in mente. In questo modo, riuscirete a ricordare una decina di sogni a settimana (si fa più di un sogno a notte) nell'arco di due mesi di esercizio.

E voi, cosa ne pensate del sogno lucido? Ne avevate mai sentito parlare? Avete intenzione di usarlo in futuro?

mercoledì 8 settembre 2010

Restare svegli sotto esami

Lo so, siamo a settembre e la scuola (o università) è appena iniziata, ma proprio per questo mi sembra il momento più adatto per iniziare a parlare di esami. Perché? Beh, perché la prevenzione prima di tutto! Se l'ultima settimana siete con l'acqua alla gola e costretti a passare la notte in bianco per studiare, allora significa che qualcosa non è andata per il verso giusto nei mesi precedenti. Il modo migliore per studiare, sia che puntiate ad un 18 che ad un 30, è senza dubbio quello di fare un capitolo alla volta tenendo il carico di lavoro costante nel tempo.

Un classico studente.

Ho già spiegato in articoli precedenti, come memorizzazione a lungo termine e lettura veloce, come si può mettere il turbo al proprio studio senza grosse ripercussioni. Già con questi due metodi dovreste avere la meglio, ma se proprio non ce la fate allora ecco altri interessanti rimedi che vi aiuteranno durante le sessioni più impegnative.

Perché il caffè dev'essere un piacere!

1) Occhio al caffè: lo sapevate che i chicchi di caffè sono usati in natura come veleno per gli insetti? Certo molto blando, ma la sua funzione originaria non è quella di essere mangiato come ad esempio la frutta. Vietate assolutamente le dosi massicce di caffè in un arco ristretto di tempo, come purtroppo fanno molti studenti: danno una "botta" potente, ma potreste incorrere in problemi di stomaco non banali entro poco tempo (oltre a disturbare il riposo). Molto meglio assumere caffè poco alla volta durante tutto l'arco della giornata. Inoltre, il caffè aumenta lo stress. ;)

2) Pianificate in anticipo: come detto prima, dividere lo studio di un libro in quanto più tempo possibile è molto più efficace. Non solo perché eviterete il classico "blocco" dello studente dovuto alla tensione (il ricordo è più radicato, quindi richiamarlo alla mente sarà più semplice), ma anche perché in questo modo riuscirete a ricordarvi quello che avete studiato mesi o anni dopo l'esame in questione, invece di dimenticarvelo il giorno dopo.

La classica tensione durante l'esame: la caffeina non fa altro che amplificarla.

3) Evitate la tirata la notte prima dell'esame: non dormire la notte prima di un test importante è la cosa più sbagliata che si possa fare. Non parlo semplicemente dell'ovvia ripercussione sulla salute a lungo termine, ma anche una forte ripercussione sulla prestazione durante l'esame stesso. Oltre allo stress ci sarà anche la stanchezza (e l'ovvia caffeina) a mettervi i bastoni sulle ruote, e tutti questi fattori aiutano a bloccare la zona del cervello adibita alla memoria. Quindi, anche se non sapete niente, cercate di dormire almeno 4 o 5 ore (se normalmente ne dormite 8).

4) Se volete dormire di meno, fatelo con metodo: la privazione del sonno non è una gran cosa, ma se la si fa nel modo giusto vi farà guadagnare decine di ore utili. La maggior parte degli studenti si accorge miracolosamente di quanto è indietro con gli esami una settimana prima del loro inizio: niente panico, andatevi a leggere il capitolo sul sonno polifasico Everyman, seguite ogni passo scrupolosamente e sarete felici e contenti.

Ed ora, tanto per gradire, qualche consiglio generico ma sempre apprezzato per rendere meglio durante il proprio studio.

Vi piace la verdura? Ottimo, cibi sani aiutano lo studio.

5) Una sana alimentazione: non esistono cibi miracolosi per la memoria, ma mangiare sano darà sicuramente una mano. Evitate sia i digiuni forzati (il classico "non ho tempo per mangiare") sia le abbuffate per tirarvi su di morale, quella mezz'ora che spendete per prepararvi un buon pasto sarà ampiamente ripagata. Quindi abbondate di carboidrati complessi, pesce, frutta e verdura. Se invece avete bisogno di qualcosa che abbia un effetto immediato, sono utili le mele e le barre di cioccolato (ma occhio a non esagerare).

6) Prendetevi delle pause: studiare per 12 ore consecutive non è umanamente possibile. O meglio, sì che lo è, ma sprechereste soltanto del tempo. Io anche quando sono sommerso dagli esami faccio al massimo 40-45 minuti di studio poi alterno 15-20 minuti di riposo, dormo regolarmente, dopo cena mi limito a ripassare, domenica mi riposo e accetto di buon grado una partita di calcetto con gli amici. Eppure il mio rendimento non ne risente particolarmente. Prendetevi delle pause quando proprio non ce la fate più, al vostro cervello bastano 15 minuti per recuperare in pieno le proprie funzionalità. Tenete le vostre abitudini salutari alle quali siete abituati, come una passeggiata quotidiana.

Evviva! Ce l'avete fatta!

Con questo metodo io mi trovo bene, passo gli esami senza stressarmi troppo e ho parecchio tempo per i miei hobby. E voi che ne pensate? Quali altri sistemi utilizzate per rendere al meglio durante una sessione particolarmente tosta?

sabato 17 luglio 2010

Imparare a mentire

Giusto il mese scorso ho scritto un articolo su questo blog proprio riguardante lo scoprire le bugie e le tecniche basilari da utilizzare quando si sente puzza di bruciato. Ma potremmo anche essere dall'altra parte della barricata, ovvero essere noi quelli che per un motivo o per l'altro abbiamo deciso di dire una bugia (piccola o grande che sia). Non è assolutamente mia intenzione stare a dibattere sull'eticità della cosa, perché so bene che alle volte è meglio mentire piuttosto che dire la verità. Premetto come sempre che se vi trovate di fronte ad un esperto riuscirà comunque a scoprirvi (ma tratterò anche questo aspetto per non lasciarvi totalmente indifesi), anche se quanto dico può bastare per ingannare la maggior parte delle persone.

 
Pinocchio non sarà mai un gran mentitore, ma chi non ha problemi di nasi che si allungano può imparare.

1 - Aderite sempre e comunque alla verità. Perché potete essere bravi quanto volete, ma è veramente molto difficile comportarsi con scioltezza mentre si mente, soprattutto se la vostra vittima designata ha letto il mio articolo su come scoprire le bugie! Quindi fate tutto il possibile per rimanere comunque nell'ambito del vero se non per qualche particolare, o ancora meglio non mentite affatto: basta omettere qualche pezzo della storia per far cambiare completamente di significato quello che raccontate. Ad esempio, se avete un'amante e il marito sospetta di voi non dite di non conoscere assolutamente la donna in questione, piuttosto "ammettente" di essere ottimi amici e raccontate candidamente che vi capita spesso di uscire a cena con lei, magari descrivendo pure nel dettagli quello che fate, ma omettendo la parte più spinta.

2 - La migliore difesa è l'attacco. Se venite messi sotto pressione, sappiate che il vostro "avversario" può avere tutti i sospetti del mondo, ma se vuole la vostra conferma significa che non è ancora sicuro. Se attacca, non abbiate paura e assolutamente non rimanete sulla difensiva con frasi quali "no, non sono stato io, lo giuro, io non  farei mai una cosa del genere": questo è sinonimo di menzogna. Piuttosto contrattaccate: "ma come ti permetti di dire certe cose di me? Pensavo mi conoscessi ormai, invece mi stai trattando come un pezzente!" Ecco, questo è molto più convincente.

3 - Tenete d'occhio il linguaggio non verbale. Rilassatevi, muovetevi, assumete atteggiamenti tranquilli e guardate il vostro interlocutore negli occhi: più in generale, leggete il mio articolo sul linguaggio non verbale nei bugiardi e comportatevi di conseguenza.

4 - Pianificate in anticipo. Non si può certo pianificare tutti i possibili rami di un dialogo, ma sicuramente è opportuno studiare quanto meno il piano iniziale e le varianti principali. Qui vi consiglio di crearvi nella vostra mente un "film" che ripercorre quello che volete far credere di aver fatto: pensate e ripensate più volte, ponete attenzione a tutti gli aspetti, aggiungete particolari secondari (molto importanti), poi ripetetelo all'indietro (ovvero ripensando agli eventi dall'inizio alla fine). In questo modo riuscirete a dare dettagli non richesti in tutta scioltezza.

5 - Parlate lentamente. Per quanto abbiate seguito il punto 4, può capitare che vi troviate di fronte ad una domanda alla quale non sapete rispondere e dovete improvvisare. Se prima avete risposto velocemente e sempre sicuri di voi, questo vi farà probabilmente scoprire. Se invece fin dall'inizio parlate lentamente, con frequenti pause e facendo finta di non ricordarvi bene quello che è successo, allora se dovete improvvisamente rispondere ad un quesito inatteso l'altro non noterà la differenza.

6 - Cercate di cambiare argomento. Sì, una specie di "ritirata strategica" è sempre un'ottima scelta. Quello che dovete fare è trovare un argomento che piace al vostro interlocutore tanto che si scorderà della sua piccola indagine e si metterà a parlare d'altro: non siate voi a proporre nuovi argomenti, altrimenti rischiate di essere scoperti. Ad esempio, se un vostro amico crede di essere stato escluso ad una festa che avete dato a casa vostra, potete dire: "scusami tanto, ma era una festa solo per parenti stretti a amici di famiglia, c'era giusto Giacomo... Senza Marina fra l'altro, visto che pare stiano per divoriziare. Comunque ti prometto che la prossima volta sarai il primo ad essere invitato". Anzitutto Giacomo doveva essere presente e deve effettivamente essere in procinto di divorziare con Marina: ricordate che impilare bugie una sopra l'altra non è mai una buona idea. Visto che il gossip "tira" molto, è probabile che il vostro amico spontaneamente cambi  argomento verso i problemi di coppia di Giacomo e Marina di sua spontanea volontà. Soprattutto se mentre parlate mettete enfasi su quella frase.

 La bocca della verità: non servono poteri magici per diventare infallibili, e queste persone sono il vostro peggior incubo.

7 - Se avete già perso in partenza, non provateci nemmeno. Come ho detto nell'introduzione a volte ci sono quelle persone che fiutano le menzogne ancora prima di iniziare un dialogo, oppure per esigenze di lavoro si trovano ad aver studiato queste cose molto meglio di voi (ad esempio molto psicologi). Se avete la sfortuna di trovaravi di fronte una di esse non iniziate una battaglia persa in partenza, piuttosto confessate per guadagnarvi la sua fiducia; potete omettere qualche dettaglio, ma di certo inventarvi fatti mai successi è assolutamente fuori questione, così come dire un secco "no" quando invece la risposta è sì. A questo punto potete mentire sul futuro ad esempio "non lo farò più", "la prossima volta ci penserò meglio", "hai ragione, smettero con questo mio comportamento" e così via, che sono bugie molto meno riconoscibili. Insomma, la vostra migliore chance è quella di farvi perdonare fingendo di essere pentiti.

Quanto detto qui sopra è largamente sufficiente per ingannari amici e parenti, probabilmente anche il vostro capo, soprattutto se maturate un po' di esperienza sul campo. Attenetevi al vostro piano e scoprirete che dire bugie non è così difficile come si crede, e di certo non ha le conseguenze catastrfiche subite dal povero Pinocchio.

lunedì 21 giugno 2010

L'autoconvincimento per smettere con le cattive abitudini

Avete presente quel libro, diventato famoso un paio di anni fa, che pareva essere miracoloso per coloro che volevano smettere di fumare? Ecco, io no, perché ancora non l'ho letto; colpa mia, dovrò reperirlo a breve. Ho letto però diversi manuali che trattavano di dipendenze e di come si potessero curare senza troppi sforzi né di tipo personale né tanto meno economico. Anzi, vi posso assicurare che basta un po' di forza di volontà e non è così difficile. Per quanto riguarda i vizi prettamente di tipo psicologico la strada è più semplice, mentre per le dipendenze fisiche (come quella da nicotina) la cosa potrebbe farsi più complicata ma di certo non impossibile. Infatti se ci pensate anche la sigaretta è un metodo per scaricare lo stress più che per "rifornirsi" alla quale il corpo è ormai assuefatto, altrimenti un cerotto alla nicotina funzionerebbe ugualmente bene (e riducendo gradualmente il dosaggio smettere sarebbe un gioco da ragazzi); quello che le pubblicità di tali medicamenti si dimenticano però di dire, come accennato sopra, è che il gesto è soprattutto di origine psicologica più che fisica. Quindi smettere di fumare è possibile, e senza cerotti alla nicotina se volete.

La dipendenza da fumo è prima psicologica, e poi fisica.

I passi da seguire sono pochi e semplici, basta che ci crediate. L'atuoconvincimento andrà però aiutato con un sistema di piacere/dolore a breve termine per fare in modo che funzioni al meglio delle sue possibilità.

1 - Carta e penna, e pensate a quello che fate. Già, anche con i computer carta e penna rimangono strumenti ineguagliabili per certe cose. Iniziate a scrivere tutti i motivi del perché volete smettere con il vostro vizio e in che modo esso sta peggiorando la vostra vita; poi, in un'altra colonna, scrivete tutti i vantaggi che avrete nello smettere. Prendetevi dai cinque ai dieci minuti per ciascuna delle due parti, o anche di più se preferite. Poi appendete questa doppia lista sul frigorifero, e leggetela ogni volta che fate colazione dopo esservi svegliati! Se col tempo trovate nuovi elementi, nessuno vi vieta di aggiungerli. Anzi, significa che la terapia stan andando bene.

Mettere le cose "nero su bianco" è un ottimo modo per chiarirsi le idee.

2 - E' difficile? No, non lo è. Il primo errore è credere che il problema sia più grande di quanto effettivamente si presenta nella realtà dei fatti. Il ragionamento del nostro cervello è semplice quanto sbagliato: visto che non riusciamo a smettere da un giorno all'altro e la società ci fa credere di aver bisogno dell'aiuto di specialisti, allora deve essere per forza molto difficile; questo è anche un meccanismo di protezione della mente, in quanto riconoscere la facilità del compito significherebbe anche ammettere che non si riescono a portare a compimento neppure obiettivi semplici. Come ho già detto analizzando il problema dal punto di vista oggettivo la banalità del compito risulta evidente: nessuno sta con il fucile puntato alla vostra tempia obbligandovi a mangiarvi le unghie (allora sì che sarebbe un problema smettere), non è altro che una scelta vostra che fate senza alcuna forzatura esterna.

3 - Non è un processo che richiede mesi. Come conseguenza di quello detto sopra, si pensa che smettere con un'abitudine errata richieda settimane o addirittura mesi. Anche qui il ragionamento è semplice per il cervello: smettere è difficile ed è un'abitunine che mi porto avanti da anni che si è consolidata nel tempo, quindi deve per forza richiedere uno sforzo costante per essere estirpata. Di nuovo sbagliato: non dovete fare altro che prendere una decisione, la decisione di smettere, e come ogni decisione basta una frazione di secondo. Dopo verrà il momento in cui dovrete evitare di ricadere nel vizio, ma quando si smette lo si fa una volta per tutte: un secondo fa lo facevo, adesso ho deciso di non farlo più. Prendete un qualsiasi vostro vizio, non importa quale, e interrompetelo per dieci secondi. E' stato difficile? Certo che no. Adesso basta solo portare quei dieci secondi a dieci anni.

4 - Il cervello memorizza le abitudini in un mese. Questo è un grande limite della mente umana, ma è una bellissima cosa perché se usato bene permette di cambiare comportamenti consolidati in anni in solo quattro settimane. Difatti il nostro cervello è capace di interiorizzare e rendere automatica qualsiasi attività o comportamento dopo trenta giorni; ci mette un po' di più a dimenticare quelle vecchie se non vengono sostituite, ma non è un problema. Basta appunto sostituirle. Cambiate una precedente cattiva abitudine con una nuova e più salutare, e vi sarà molto più facile non ricadere nel vizio.

5 - Datevi ricompense a breve termine. Questo è molto importante, perché potete convincervi del bene supremo delle vostre azioni nel lungo termine, ma se la mente non vede vantaggi nell'immediato allora l'inconscio non capirà il perché delle vostre azioni, e ritornerete alle malsane abitudini. Quindi premiatevi molto e premiatevi spesso. Il primo traguardo può benissimo essere un giorno senza aver fumato, non serve compiere azioni epiche per meritarsi un piccolo piacere. Ad esempio, potete festeggiare il primo giorno senza fumo dopo anni di dipendenza con una bella cena al ristorante. Ovviamente, non premiatevi con un Toscano! ;)

 Un pacco regalo: anche dopo un piccolo sforzo, ve lo meritate assai!

6 - Il dolore è un gran deterrente. Dovete mantenere una rigida condotta morale: le ricompense vanno bene, aiutano a perseverare nello scopo, ma brevi momenti di debolezza sono cronici in questi casi. L'importante è non entrare in una catena del vizio che annullerà tutti i vostri sforzi fatti finora. Per questo è opportuno pensare preventivamente a delle punizioni che vi auto-infliggerete se sgarrate. Non devono per forza essere punizioni fisiche, ma qualsiasi cosa che vi faccia sentire dolore, imbarazzo, insicurezza e via così. Ad esempio, potete decidere di decantare qualche verso a caso della Divina Commedia dal balcone di casa vostra ai passanti. In questo modo, anche se tentati, il deterrente della punizione sarà troppo forte per farvi cedere. Ricordate solo che quando cederete (perchè probabilmente almeno una volta succederà) dovrete essere veloci e inflessibili nell'applicare la punizione, altrimenti rischierete di ricadere nel vizio.

Sei semplici passi come vedete, niente di più. Questa tecnica, così come la maggior parte di quelle che spiego in queste pagine, può essere usata in maniera più ampia rispetto a quanto descritto: aguzzate la mente quindi, e usate l'autoconvincimento per trarre vantaggio da qualsiasi situazione.

venerdì 11 giugno 2010

Sonno polifasico: il metodo Uberman

Già ho parlato qualche settimana fa del sonno polifasico, ovvero un metodo che permette di ridurre le ore di sonno e poter quindi dedicare più tempo alle attività più disparate. Se l'argomento vi stuzzica ma non avete ancora letto in proposito, vi consiglio innanzitutto di leggere il mio precedente articolo. All'epoca parlai del metodo così detto "everyman", ovvero quello che combina un ottimo risparmio di tempo (da tre a quattro ore al giorno) con una discreta flessibilità che non vi costringe a dormire ogni poche ore ad orari prefissati.

 Un grafico del metodo unerman

Se avete provato questo metodo e volete di più, allora uberman è quello che fa per voi. Il metodo, secondo le la maggior parte delle fonti, è stato inventato da Leonardo da Vinci (o comunque è stato lui il primo a metterlo per iscritto) ed è stato il segreto del suo successo. Infatti lui era sì un genio, ma anche per i geni la giornata ha 24 ore; per fare tutto quello che ha fatto lui servirebbe molto più tempo. Ed ecco che viene in aiuto uberman, il quale permette di dormire la bellezza di due ore al giorno.

Lo schema parla chiaro già di per sé senza bisogno di ulteriori spiegazioni: è composto da sei fasi di sonno di breve durata, per l'esattezza di venti minuti l'una. Ma visto che non tutti siamo Leonardo, personalmente consiglio quanto meno di iniziare con trenta minuti (per un totale di sonno di tre ore al giorno) Ciò significa una ogni quattro ore, il che riduce la vostra autonomia fra una dormita e l'altra a sole tre ore e mezzo: è questo il più grande difetto che rende il metodo molto poco applicato nella vita reale, bisognerebbe essere in grado di modificare interamete il proprio stile di vita e anche uscire per una pizza e cinema con gli amici diventa problematico. La rigidità è l'altro grande problema che si combina con quello prima. Per il primo mese è importantissimo dormire ogni quattro ore spaccando il minuto, almeno fino a quando il nostro corpo si sarà abituato. A quel punto è parzialmente possibile ritardare o anticipare di poco una dormita programmata fino a un'ora (rendendo l'autonomia effettiva di quattro ore e mezza), ma il consiglio è sempre quello di farlo il meno possibile.

Insonnia? No, una scelta di vita.

Ognuno ha un periodo di adattamento particolare, ma la maggior parte delle volte già dopo una settimana il vostro corpo sarà abituato ai nuovi ritmi, o quanto meno non li rigetterà in maniera così netta. Infatti per il periodo iniziale vi sentirete sicuramente stanchi soprattutto di prima mattina (ovvero dalle 4 alle 8 circa), visto che comunque state dando uno shock molto forte al vostro organismo abituato alla sua bella notte di sonno. Ma non vi preoccupate, qualsiasi livello di stanchezza proviate sarà del tutto normale e si ridurrà drasticamente al prossimo riposo di 30 minuti. Se proprio non ce la fate per resistere evitate il caffè come la peste (con il metodo uberman i caffè sono vietati, ed è meglio limitare thé di qualsiasi tipo e bevante gassate), e piuttosto impegnatevi in un'attività fisica o che richiede un'elevata attenzione e riflessi (un videogioco d'azione è l'ideale in questo caso). Sono stati riportati sporadici casi limite di persone che hanno sperimentato micro-riposi nei quali si addormentavano a tutti gli effetti per 10-30 secondi, spesso accompagnati da sonnambulismo. Quindi sappiate che se capita anche a voi siete sì sfortunati, ma non certo gli unici: con la dovuta forza di volontà potete continuare l'esperimento. Anzi, se siete curiosi quanto lo sono io, vi interessrà cercare di scoprire i segreti del sonnambulismo in maniera diretta! :)

Il sonnambulismo è diverso dall'immaginario comune, ma può causare comunque forti imbarazzi!

Ma non crediate che non ci siano adeguati vantaggi a compensare i punti negativi, e non si limitano all'avere una giornata con 20 ore di veglia. Anzitutto secondo gli esperimenti la percezione dell'ambiente circostante di un uberman è nettamente superiore a quella degli altri, e i tempi di reazione sono più bassi: se nella vostra lavorativa questi due aspetti rivestono un'importanza fondamentale, allora questo metodo è quello che fa per voi. Non sentirete più quella stanchezza che fa crollare la vostra produttività quando si avvicina la sera: essa è dovuta ad un prolungato stato di veglia e dall'abitudine della mente che quando fa buio è il momento di dormire (nonostante i sabato sera fuori), quindi dopo cena svolgere un lavoro di qualsiasi tipo risulta parecchio difficoltoso. Con uberman questo non succederà perché vi site svegliati solo da poche ore, e l'attenzioen rimane alta per tutto il periodo di veglia. Infine, avrete la soddisfazione di non sepaarre più notte e giorno, o un giorno dall'altro. Non dovete fare l'errore di considerare che uberman è una dormita normale ma più corta con qualche sonnellino in mezzo, perché non è affatto così. E' un qualcosa di totalmente diverso, e gli stessi concetti di giorno e notte si ridurranno ad un mero "devo tenere la luce accesa o spenta, posso chiamare i miei amici o devo aspettare altre quattro ore).

Fra le altre cose, adesso potrete tranquillamente vedere l'alba tutti i giorni.

Una volta abituati, il vostro più grande problema è la noia. Difatti rispetto ad un sonno normale l'uberman vi farà guadagnare ben sei ore al giorno, e ammettendo che per la metà di esse lavoriate, vi ritroverete tre ore al giorno delle quali non sapete che fare. E' difatti uno dei prerequisiti per di questo metodo: dovete avere obiettivi chiari e progetti per riempire il tempo, altrimenti abbandonerete subito. Ad esempio, io mi sono messo a scrivere questo blog! Inoltre non sarà più un problema alzarvi presto se dovete fare qualcosa di particolare, seplicemente perché presto e tardi in questo caso perdono completamente di significato.

Con questo ho finito. Personalmente dopo tre settimane di uberman sono tornato al più permissivo everyman: sta quindi a oguno di voi di decidere cosa fare, se preferisce una veglia molto prolungata o una maggiore flessibilità. Quello che è certo è che qualsiasi cosa facciate, il sonno polifasico è la risposta al problema del poco tempo a disposizione.

venerdì 4 giugno 2010

Scoprire le bugie con il linguaggio del corpo

 Così come avevo anticipato sulla pagina di facebook, "trucchi per sfruttare la mente" non implica necessariamente che la mente ad essere sfruttata sia la nostra. Anzi, con questo post inauguro una serie di interventi che hanno come scopo quello di migliorare in qualche modo la relazione con gli altri. Inizierò con quello che è stato il primo argomento al quale mi sono interessato, ovvero scoprire le bugie. Di metodi ce ne sono veramente tanti, dai più semplici ai più complessi, e per questa volta mi limiterò a quello che richiede solo un po' di attenzione: lo studio del linguaggio non verbale.

Si può mentire con le parole, ma non con il corpo.

Anzitutto, un po' di sana teoria. Visto che non siamo in un corso di qualche servizio segreto internazionale non mi metterò a snocciolare tecniche complicatissime e infallibili, ma mi limiterò ad una serie di principi basilari che  altro non denotano che frustrazione, tensione o paura. Questo significa che il linguaggio non verbale esposto qui sotto funzionerà al meglio quando il bugiardo sa di rischiare molto se viene scoperto a mentire, quindi perderà di efficacia se la bugia è detta a cuor leggero. In tal caso serve andare più a fondo, e ne parlerò in futuro. Fate attenzione però: per quanto la maggior parte delle volte siano giusti, questi non sono che indizi. Quindi aspettate di averne raccolti almeno tre o quattro prima di dare un giudizio. Bando alle ciancie, ecco a voi i segreti del mestiere.

Pinocchio è l'estremizzazione di come il linguaggio verbale possa essere usato per scoprire le bugie.

 1 - Guardare gli occhi. Spesso si sente dire che gli occhio sono lo specchio dell'anima: mai niente fu così giusto. Più precisamente, guardate dove vanno mentre il vostro interlocutore sta parlando: in alto a sinistra indicano che sta cercando di ricordare, in alto a destra che sta inventando. Logicamente, se qualcuno sta inventando qualcosa quando gli si chiede di raccontare un evento passato, significa che probabilmente mente. Attenzione però: se qualcuno è mancino il movimento dei suoi occhio è invertito rispetto a quanto appena detto.

2 - Il tono di voce è più basso. Questo presuppone naturalmente che conosciate già la persona con cui parlate. Un tono di voce più basso o "rauco" indica tensione, cosa che non dovrebbe esserci sta uno sta dicendo la verità.

3 - Schiarirsi la voce. La gola secca è indice di tensione, e questo spesso causa al bugiardo la necessità di schiarirsi spesso la voce. Di contro, bagnarsi le labbra ha un significato opposto.


4 - Non guardare mai negli occhi. Di solito chi mente non guarda mai negli occhi l'interlocutore, quasi come se il contatto visivo permettesse di sapere la verità. Da qui la famosa frase "se dici la verità, guardami negli occhi". Attenzione: alcune persone non guardano gli altri negli occhi per carattere, non perché stanno mentendo.


5 - Pensare troppo a lungo. Secondo studi recenti, mentire è un'attività estremamente faticosa per il cervello, questo significa che fra una frase e l'altra deve prendersi qualche secondo per elaborare le informazioni. Se quindi qualcuno pensa troppo prima di dire qualcosa, state allerta. Per sfruttare ancora meglio questa debolezza, chiedete dei dettagli particolari o di raccontare la storia in ordine cronologico inverso (ovvero dall'evento più recente a quello più antico). Attenzione: alcune persone si prendono tanto tempo per parlare, questo metodo va bene se sapete che l'interlocutore di natura parla velocemente.


6 - Gesticolare poco o in ritardo. All'estero gli italiani hanno la reputazione di "parlare con le mani": questo è quasi sempre vero, e noi lo possiamo sfruttare. Come detto sopra mentire drena tutta l'attività mentale, quindi se uno tenta di gesticolare lo farà maldestramente e "in ritardo" rispetto a quello che dice; oppure non lo farà proprio. Se chi abbiamo davanti è di solito uno che muove le mani anche troppo, fate attenzione a questo particolare.


7 - Tirare indietro il busto. In generale, qualsiasi genere di allontanamento fisico da voi può essere visto come un segno di tensione. Solitamente, quando aumentate la pressione su qualcuno che sta già mentendo, tenderà a portare indietro il busto (una specie di fuga metaforica).


8 - Frapporre oggetti fra lui e voi. Chi mente cerca istintivamente di creare una barriera difensiva, e quindi tenderà a prendere oggetti dall'ambiente circostante e a posizionarli fra loro e voi. Come potete immaginare, un comportamento opposto denota un particolare interesse verso la discussione in corso.


9 - Risate isteriche. Beh, come dice il nome, indicano tensione. Se riuscite a distinguere una risata genuina da quella così detta "isterica", sarete già a buon punto.


10 - Grattarsi il naso. Mentire aumenta la tensione, che a sua volta aumenta la pressione sanguigna. Questo provoca spesso uno sgradevole prurito al naso.


11 - Piedi verso l'uscita. Se i piedi dell'interlocutore sono rivolti in maniera innaturale verso una porta o una finestra (anche figurata), allora significa che sta cercando di andarsene perché infastidito dalla conversazione.

12 - Aggiungere dettagli poco alla volta. Ci sono persone che raccontano una situazione fin nei minimi particolari, altri che invece preferiscono parlare più in generale e aggiungere dettagli solo se richiesti. Ma non esistono al naturale persone che danno dettagli "a singhiozzo", ovvero snocciolandoli poco alla volta man mano che se ne inventano di nuovi. Questo significa che stanno cercando di convincervi ampliando la storia.

 Non serve essere James Bond per saper smascherare un bugiardo.

E con questo, anche per oggi abbiamo finito. Vi ricordo ancora una volta che questi sono indizi e vanno presi come tali, non valutate male una persona se vedete solo uno di essi!

Ricordate che per gestire al meglio lo studio del linguaggio non verbale vi servirà parecchia esperienza: è di certo il metodo più sicuro e che non richiede di saper parlare, ma non è affatto immediato. Personalmente consiglio di iniziare ad allenarsi osservando persone che parlano con un terzo e non con voi, in questo modo potrete concentrarvi sul linguaggio non verbale senza dover nel contempo intrattenere una conversazione. Poi, con il tempo, imparate a fare entrambe insieme.

Non mi resta che augurarvi buona fortuna!