Il 99% delle persone non hanno idea del potenziale della mente umana. In questo blog troverete alcuni semplici consigli per utilizzare il cervello al massimo delle proprie capacità.

lunedì 24 maggio 2010

Addormentarsi velocemente

La società moderna è veramente una bella cosa: negli ultimi 100 anni la qualità oggettiva della vita si è impennata a dismisura grazie alla tecnologia e alle invenzioni dell'ultimo secolo, ma una in particolare non è proprio il massimo: i ritmi. Molto, troppo veloci, che causano spesso veramente moltissimo stress.

Lo stress può causare vari problemi, e per questo è necessario imparare a controllarlo.

Quest'oggi parlerò di come addormentarsi più velocemente. Questi consigli saranno di grandissimo aiuto per chi soffre di insonnia anche lieve, ma tutti quelli che praticano il sonno monofasico (ovvero dormono di notte e stanno svegli di giorno) potranno beneficiarne. Per una migliore esposizione elencherò prima i consigli che vanno applicati prima di andare a dormire, per seguire una specie di ordine cronologico.

1 - Evitate l'esercizio fisico. Durante le 3 ore precedenti il sonno, è consigliabile cercare di rilassarsi o comunque evitare sforzi fisici troppo intensi. Come potete immaginare durante l'attività motoria il corpo velocizza il suo metabolismo, ovvero il contrario di quello che deve fare per dormire.

2 - Evitate lo stress. Già, è più facile a dirsi che a farsi! Ma qualsiasi attività mentalmente poco rilassante è da evitare. Qundi la sera è il caso di non parlare di politica!

3 - Fate qualcosa di noioso. Se siete impegnati in qualcosa che vi piace o trovare divertente, difficilmente sarete nello stato adatto per addormentarvi entro pochi minuti. Se invece fate compiti ripetitivi, la noia farà sporaggiungere il sonno.

4 - Un bagno è l'ideale. Come vuole il luogo comune, è una cosa molto rilassante. Evitate invece la doccia, che ha l'effetto opposto.

5 - Niente caffè. Almeno per tre ore prima di dormire, meglio quattro. Dite di essere immuni ai suoi effetti? Buon per voi: evitatelo lo stesso.

Prepararsi a dormire può sembrare strano, ma è certamente molto utile.

6- Usate la camera da letto solo per dormire. Spostate qualsiasi altra attività al di fuori delle quattro mura della stanza: in questo modo il cervello ci metterà poco a capire che quando si entra, lo si fa per dormire. Ed entrerà subito nello stato più adatto. Se per diverse ragioni non vi è possibile farlo, quanto meno salvate il salvabile ed evitate assolutamente di usare il letto.

7 - Il silenzio è d'oro! Così come recita il proverbio, una stanza completamente silenzionsa è la chiave per dormire bene. Anche se siete abituati ad un certo tipo di rumore, è meglio eliminarlo. Se proprio soffrite di insonnia grave dovreste seriamente pensare ad insonorizzare la stanza dalle fonti sonore esterne con dei pannelli fonoassorbenti, oppure comprare un emettitore di onde sonore "bianche": è un semplice strumento che emette dei suoni che distraggono la mente conscia dalle altre fonti sonore, aiutandovi a dormire. In Italia non sono molto diffusi, ma all'estero si trovano a partire da 60€ circa.
Se invece  c'è un suono che vi è assoultamente necessario per dormire, allora per il vostro benessere è imperativo eliminarlo il prima possibile. E poi pensateci: se dovete dormire in hotel o da qualche altra parte, come fareste?

8 - L'oscurità è importante. La luce stimola il nervo ottico, il nervo ottico invia impulsi al cervello, il cervello elabora gli impulsi. Sono tutte attività che di certo non fanno bene al rilassamento, quindi l'oscurità più totale deve essere un vostro obiettivo.

9 - Un buon materasso fa la differenza. E' normale non riuscire a dormire bene se il materasso non è di vostro gradimento. Se è troppo vecchio o malandato cambiatelo, stessa cosa (naturalmente) se vi sentite scomodi o avete dei dolori alla schiena la mattina successiva; stessa cosa vale per il cuscino: non deve essere troppo alto né troppo basso, e meglio se abbastanza duro (così come il materasso - certo non così duro da essere scomodo). Non serviranno le tanto pubblicizzate "doghe in legno piegate a vapore", ma un acquisto ponderato saranno sicuramente un investimento molto utile.

 Quest'uomo non ha certamente probemi di insonnia.

10 - Rilassate la mandibola. Se ci pensate, il muscolo della mandibola è sempre in tensione per combattere la gravità e tenere la bocca chiusa. Rilassatela aprendo leggermente la bocca, molte persone riescono a rilassasrsi più velocemente così. Lo stesso vale, naturalmente, per tutti gli altri muscoli del corpo.

11 - Non contate le pecore. Lo dice la nonna, ma è una cosa sbagliatissima da fare: fa passare il tempo più velocemente quindi può sembrare di addormentarsi prima, ma contare è un'attività parecchio difficile per il cervello che di certo non lo aiuterà nel compito.

12 - Alzatevi sempre alla stessa ora. Anche durante le ferie o nei fine settimana, se avete problemi riguardanti il sonno non cedete alla tentazione di dormire più a lungo solo perché potete. Il vostro orologio biologico ha evidentemente bisogno di stabilità, e svegliarsi sempre alla stessa ora vi permetterà di acquistare una certa regolarità in poco tempo.

13 - Andate a dormire quando siete stanchi. Non prima e nemmeno dopo. Se seguite anche il consiglio numero 12 qui sopra, presto troverete il vostro ritmo e scoprirete anche quante ore il vostro coropo ha bisogno di dormire.

14 - Se proprio non ce la fate, è inutile provare. Se state per mezz'ora nel letto e ancora il sonno non sopraggiunge, è inutile tentare ancora. Alzatevi e fate qualcos'altro: leggete un libro o una rivista, guardate la TV, dedicatevi al vostro hobby preferito, e dopo un po' di tempo tornate a letto. Come detto prima, evitate qualsiasi attività fisica.

Quando si dice dormire come un bambino...

Quattordici consigli: alcuni probabilmente già li sapete, altri no. Come ho detto sono pensati soprattutto per chi ha delle difficoltà in questo settore, ma se volete comunque provarli spero vi possano risultare utili!

mercoledì 19 maggio 2010

Memorizzazione a lungo termine

Ho già parlato, giusto un paio di messaggi fa, della lettura veloce: visto il periodo di esami per molti studenti universitari (fra cui anche il sottoscritto) voglio ritornare sull'argomento studio per trattare un'altra tecnica che aiutaerà molto tutti gli studenti e non solo: i principi della memorizzazione a lungo termine.

 Memorizzare a comando: non è un'utopia.

Sì, perché il cervello ha un metodo tutto suo per ricordare le cose, e una volta compreso si può "bypassare" la selezione automatica che fa e obbligarlo a memorizzare i dati che interessano a noi. O per essere più precisi, questo è un sistema per suggerire al nostro cervello quali sono i dati da tenere.

Come tutti sanno, per memorizzare qualcosa non bisogna fare altro che ripeterla all'inverosimile. Ok, funziona, ma è il metodo più efficace? No, a dire la verità non è altro che una perdita di tempo. Ripassare è sì la strada maestra per memorizzare a lungo termine qualsiasi tipo di informazione, ma sappiate che ripetere qualcosa più del numero strettamente indispensabile di volte è praticamente inutile. Quindi ecco cosa farò adesso: vi suggerirò una tabella temporale da seguire per ridurre al minimo le ripetizioni necessarie per imparare un concetto anche complesso, senza però dimenticarlo.

Il tempo non si può rallentare, ma ottimizzarlo produrrà lo stesso effetto.

Iniziamo dal presupposto che vi siate già applicati: avete appena finito di studiare un dato capitolo di un dato libro e lo sapete perfettamente, ora non vi resta altro che tenerlo in mente per quella settimana (o mese, o sei mesi) che vi separano dall'esame. Il tutto, come detto sopra, sprecando il minor tempo possibile.

1 - Dopo lo studio iniziale, la mente classifica le informazioni come "probabilmente inutili" e per questo le mette nella memoria a breve termine. Ma visto che ci avete comunque dedicato del tempo, non andrà in quella che io definisco "memoria a termine immediato", della durata di pochi secondi, bensì in quella breve-media: il cervello ne farà piazza pulita in quindici minuti circa. Ma allo stesso tempo, se ripassate subito dopo aver studiato la mente non dovrà andare a prendere le informazioni nella memoria (perché sono fin troppo fresche) e lo sforzo sarà inutile. Quindi andate a rilassarvi per dieci minuti circa, e solo allora riprendete in mano la materia. Perfetto, adesso ripassate e farete capire al cervello che quelle informazioni meritano di essere ricordate: non sono ancora fissate a lungo termine, ma quanto meno è abbastanza per passare la notte.

2 - Il giorno dopo, la mente classifica le informazioni come "potenzialmente utili" e le mette nella memoria a medio termine. Ma sa anche fin troppo bene che molto spesso non serve ricordare qualcosa per più di un giorno, quindi memorizzarle già a lungo termine sarebbe uno spreco di energie. Se dopo 24 ore si ripassa nuovamente l'argomento, allora il cervello comincerà veramente a pensare che sono cose che vale la pena ricordare. Ma opterà ancora per una soluzione intermedia: saranno ancora nemma memoria a medio termine, ma verranno ricordate per una settimana.

3 - Dopo una settimana, la mente è preparata a far entrare le cose nella memoria a lungo termine, le informazioni sono classificate come "probabilmente utili". Eseguite la stoccata finale dopo 7 giorni, ed ecco fatto: avete ripassato solamente tre volte e quello che sapevate all'inizio è entrato tale e quale nella memoria a lungo termine. Questo potrebbe bastare per la maggior parte delle persone, ma volendo si può ancora fissare le informazioni: sono infatti nuove fra i ricordi a lungo termine, e non ci sono ancora abbastanza collegamento neuronali per renderle stabili a vita. Per questo cominceranno a svanire dopo un mese circa.

4 - Ripassate dopo un mese, e i collegamenti neuronali per quelle informazioni triplicheranno. A livello celebrale la cosa è decisamente più complessa, ma il succo è questo: adesso le informazioni verranno ricordate pe ben tre mesi. Non vi basta? Un ultimo ripasso alla scadenza prefissata di novanta giorni e con tutta probabilità quello che avete studiato ve lo ricorderete per sempre. E tutto questo avendo ripassato in totale cinque volte: molto meno del numero di ripassi che gli studenti solitamente fanno prima di un esame!

Ottimizzare l'indicizzazione delle informazioni: c'è chi ci ha costruito un impero economico.

E anche per oggi, abbiamo finito. Utilizzando questo metodo insieme alla memorizzazione per visualizzazione mentale e alla lettura veloce, non avete nemmeno idea di quanto velocizzerete lo studio di qualsiasi cosa! Ma ricordate che questo non è che un passo verso la scoperta dei poteri della mente: altre tecniche più avanzate seguiranno, sempre comunque alla ricerca di un miglioramento personale costante e duraturo.

sabato 15 maggio 2010

Dormire di meno: il sonno polifasico

Sono veramente tante le persone che per un motivo o per l'altro sono veramente impegnate per tutta la durata del giorno, e difficilmente riescono a trovare del tempo per rilassarsi e praticare i propri hobby. Purtroppo, come si dice iin giro, è questo il ritmo della vita nel XXI secolo. Bisogna quindi cercare di ingegnarsi per trovare delle soluzioni alternative al problema della mancanza del tempo.

Il troppo stress di certo non fa bene alla salute.

Basta pensarci un attimo per intravedere la soluzione del problema: qual è l'attività non produttiva che ci porta via la maggior parte del tempo? Esatto, è proprio il sonno! In media la quantità ideale di riposo per una persona adulta è di otto ore (anche se non è un dato fisso, oscilla fra le sei e le dieci ore a seconda delle persone), veramente tantissimo se ci pensate: ben un terzo dell'intera giornata. Ma come riuscire a dormire di meno senza poi essere in deficit di sonno? La risposta è: il metodo polifasico!

Attività mentale durante una notte di riposo di otto ore circa.

Qui sopra potete vedere un grafico che mostra l'attività celebrale durante un sonno di tipo normale. Si divide in sostanza in tre parti: sonno leggero (stadio 1 e 2), sonno profondo (stadio 3 e 4) e infine fase REM. Ora, ecco un segreto: secondo degli studi scientifici, al cervello umano serve solo la fase REM per risposare, ovvero nel grafigo quella con le tacche più basse. Tutte le altre fasi sono assolutamente inutili, una perdita di tempo. Quindi il concetto è semplice: il sonno polifasico serve per indurre il cervello a favorire la fase REM a discapito di tutte le altre.

Questo si può fare semplicemente sfruttando la grande capacità della nostra mente di adattarsi a condizioni diverse: se togliamo ore di sonno forzatamente, l'adattamento sarà istantaneo. Il problema è che la "memoria" interna del cervello non funziona così a lungo raggio, e dormire cinque ore invece che otto ore non cambierà il ciclo del sonno: non faremo altro che sentirci più stanchi.

Quello che invece serve è ridurre al minimo indispensabile la fase di sonno: venti minuti. Se il cervello sa di dover dormire così poco allora farà iniziare la fase REM appena addormentati, e noi intelligentemente punteremo la sveglia proprio quando essa finirà (la sua durata non è mai superiore ai quindici minuti). Con questo metodo, in soli venti minuti vi sarete riposati come l'equivalente di un'ora e mezza di sonno normale! Ma come avrete immaginato, questo vi costringerà a dormire più volte durante il giorno. Ci sono varie tecniche che spiegerò nei post futuri, ma per ora mi limiterò ad illustrare quella che uso io: la così detta Everyman.

Dormire con il metodo "Everyman".

Come si può facilmente intuire dal grafico, si tratta in sostanza di dividere il sonno in quattro fasi equidistanziate: una parte principale della durata di tre ore più altre tre da venti minuti. Generalmente viene suggerito di dormire dall'1alle 4 di notte, e i tre riposini alle 9 di mattina, 3 di pomeriggio e 9 di sera. Sentitevi liberi di modificare a piacimento questi orari, ma ricordate di tenerli sempre equdistanziati (al massimo potete anticipare o ritardare una singola fase di sonno di un'ora). Il corpo umano ci mette circa due settimane ad abituarsi al nuovo metodo: durante questo primo periodo potrete sentirvi leggermente più stanchi del solito, ma non è nulla di insopportabile. Se quando vi alzate alle 4 di mattina siete troppo stanchi per fare qualsiasi cosa, allora significa che il vostro ciclo è un po' diverso. Nessun problema, aggiungete mezz'ora di sonno (quindi o andate a dormire a mezzanotte e mezza, o vi alzate alle quattro e mezza) e la stanchezza scomparirà.

Personalmente dormo da mezzanotte e mezza alle 4, e riposo alle 8:30, 14:30 e 20:30. Sono felicissimo di questo metodo e mi permette di dedicarmi molto di più alle mie passioni. Inoltre, essere il primo ad entrare nel panificio quando apre ogni giorno non ha prezzo! :)

Il metodo everyman è stato creato per essere accessibile: non è il più efficace di tutti, ma le tre ore notturne permettono di ridurre al minimo i minuti di sonno durante il giorno. Inoltre, questo rende la tecnica parecchio più flessibile delle altre. Se voi siete fra i pochi fortunati che possono adattare la vita alle loro esigenze, continuate a seguire il blog: in futuro vi parlerò del metodo che usava Leonardo da Vinci per dormire solo due ore al giorno!

mercoledì 12 maggio 2010

Introduzione alla lettura veloce

Da studente universitario reputo che questa sia una delle cose più belle che abbia scoperto nelle mie ricerche, nonché quella che forse utilizzo più di tutte: la lettura veloce. L'abilità di velocizzare la propria lettura da tre a dieci volte è alla portata di tutti, e in questo post vi spiegherò come fare.

 Se lo si fa per dovere, leggere un libro può sembrare un'impresa titanica.

Ci sono varie teorie e tecniche a riguardo, e in futuro non mancherò di illustrarle tutte. Ma per ora voglio fare un inizio "col botto" saltando tutte la parte teorica e arrivando direttamente al punto della questione. Per la precisione, mi occuperò di come leggere libri cartacei alla massima velocità, quindi per ora dovrete accontentarvi di leggere il mio blog a velocità normale ;)

Prendete il libro che volete leggere e, prima di tutto, fatevi alcune domande: di cosa parla? Cosa mi aspetto che dica? Perché lo sto leggendo? Ho letto altre opere dello stesso autore? Dovete mettere la vostra mente sull'attenti e pronta a recepire ogni informazione per massimizzare la velocità di lettura. E' opportuno ripetersi la domanda "che cosa mi aspetto?" ad ogni capitolo dello scritto che avete sotto mano: in questo modo sarete interessati a scoprire se quello che avete ipotizzato è giusto o no, e il vostro cervello sarà più attento (oltre che più predisposto).

Bene, è ora di iniziare con la lettura veloce in senso stretto. In un certo senso, dovrete tornare alle elementari: ricordate quando la maestra vi faceva usare il dito per seguire il testo? Ecco, dovete fare la stessa cosa. Prendete il vostro indice e piazzatelo sulla prima riga della prima pagina. Ora però viene la grande differenza: non sarà il dito che seguirà l'occhio, ma vice versa. Iniziate a farlo scorrere agile e veloce riga per riga, e costringete i vostri occhi a seguire la sua andatura. Riuscite a leggere tutte la parole? No? Perfetto, significa che la vostra mente, nello sforzo di tenere il passo, sta eliminando automaticamente tutte le informazioni inutili di cui non ha bisogno. Non serve leggere tutte le parole, anzi non serve nemmeno leggerne la metà per capire il significato di ciò che si sta leggendo. E cosa più importante, non serve focalizzarsi su ognuna di esse.

 Con la lettura veloce, potete leggere parecchi libri in poco tempo.

Con questo metodo arrivate a fine paragrafo. All'inizio potreste pensare di non aver capito niente, ma vi basterà cercare di riassumere ciò che avete appena letto per rendervi conto che in realtà non è così. Di sicuro non ricordate esattamente ogni parola (anche perché non avete letto ogni parola, ve ne sarete accorti), ma avete ben capito il senso generale. E cosa più importante, l'avete fatto in un terzo del tempo!

Questo sistema si basa sui punti di fissità: quando non ha riferimenti l'occhio umano tende a muoversi a scatti, anche se voi non ve ne accorgete. Se invece gli date un dito da seguire lo inviterete a scorrere uniformemente su tutto il testo, con i vantaggi che avete appena visto. Sfruttando i punti di fissità si riesce a migliorare la lettura veloce fino all'estremo di un'intera pagina in pochi secondi, ma per ora potete ritenervi soddisfatti del risultato!

Allora, com'è andata la prima esperienza? Avete fatto fatica o ci siete riusciti senza problemi? Aspetto ansioso i vostri commenti! ;)

domenica 9 maggio 2010

Cambiare d'umore con le posizioni del corpo

La maggior parte delle tecniche che spiego nel mio blog sono molto recenti, molte sono state scoperte a partire dagli anni '80, ma ciò non significa che non ci sia spazio per qualcosa di più "stagionato". E' questo il caso, difatti il piccolo trucchetto per cambiare lo stato d'animo è stato scoperto addirittura dagli antichi romani.

La stessa identica tecnica può essere utilizzata anche se vi sentite arrabbiati: io parlerò solo della tristezza per motivi di leggibilità, ma il metodo è efficace in egual misura in ambo i casi.

A nessuno piace essere tristi, ma venirne fuori è semplice.

Premetto fin da subito: quello che sto per dire non può essere minimanete paragonato ad una terapia per chi soffre di depressione cronica. E' adatto a chi generalmente vive una vita normale (e si spera felice) e vuole superare velocemente i piccoli momenti di crisi che la vita ci  riserva.

Anzitutto, rendetevi conto della vostra postura quando vi rattristate. Così come nella foto qui sopra tendete ad assumere una posizione fetale (o ad abbasare le spalle chiudendovi su vuoi stessi se siete in piedi),  assumere il "broncio" sulla bocca ed abbassare le sopracciglia. Inoltre, il respiro tende a farsi più breve e veloce.

E' così semplice che bastano un paio di righe per spiegarlo. Abbandonate le posizioni del corpo tipiche di una persona triste, e invece assumete quelle che denotano felicità: spalle alte, petto in fuori, sorriso stampato sulla faccia, sopracciglia in alto, respiro sicuro e profondo e passo svelto. Alla mente non piacciono i segnali contrastanti e cerca quindi di rendere tutto coerente. Se mantenete questa postura per un po' di tempo (basta addirittura qualche secondo!), il vostro cervello adeguerà il vostro stato mentale a quello fisico: ecco fatto, adesso siete di nuovo felici!

Non è affatto difficile far credere alla nostra mente di essere sereni: fatelo, e lo sarete davvero.

Il principio guida di questo metodo è lo strettissimo rapporto che intercorre fra fisico e mente: "mens sana in corpore sano" dicevano sempre i romani, ed avevano ragione. Ci sono moltissimi modi per sfruttare questa relazione, e non mancherò di spiegarli in futuro su queste pagine. Per il momento, avete imparato ad assoggettare tristezza e rabbia alla vostra volontà!

sabato 8 maggio 2010

Come simulare un'esperienza extracorporea

Talvolta nello studio della mente ci si trova di fronte a cose che vengono catalogate come "fantascienza" o roba simile. Invece anche l'improbabile è a portata di mano: ce lo dimostra questo semplice metodo, che insegna come simulare un'esperienza extracorporea (detta anche OBE), ovvero la sensazione che la propria anima esca dal corpo fisico. In questo caso sarà la levitazione l'esperienza più comune, ma non certo l'unica.

 
L'esperienza extracorporea può essere fantastica, ma fate attenzione alle precauzioni.

Per quanto riguarda disciplina ci sono moltissime correnti di pensiero differenti: da chi pensa sia una prova dell'esistenza dell'anima a chi li relega a semplici immagini mentali (un po' come i sogni). Personalmente propendo per la seconda ipotesi, ma starà ad ognuno di voi decidere dopo avere provato. Eccovi quindi una mini-guida su come iniziare.

 Correre è un ottimo modo per prepararsi ad un'esperienza extracorporea.

1 - Creare le condizioni adatte. Il momento migliore della giornata per sperimentare una OBE è a notte fonda. Durante il giorno fate molto esercizio fisico e in ogni caso stancatevi il più possibile, questo renderà più semplice e veloce il "passaggio". Secondariamente, evitate di mangiare troppo soprattutto nelle quattro ore che precedono l'ora prestabilita per iniziare l'esperimento.

 La tranquillità della notte permette un miglior rilassamento.

2 - Andate a dormire. Per questo molti considerano l'OBE una specie di sogno: dovrete difatti dormire (o quasi). Iniziate assicurandovi di isolarvi completamente da qualsiasi rumore ambientale: vietate sveglie che ticchettano, cani che abbiano, computer accesi in stanza; anche avere di fianco a sé un'altra persona può essere fonte di distrazione. Per lo stasso motivo è caldamente consigliato sprofondare nel buio più totale: se avete una sveglia digitale giratela o copritela, e fate la stessa cosa per le altre fonti luminose anche piccole (ad esempio i LED della televisione). Evitate in particolar modo le luci blu o verdi, che secondo recenti studi distraggono maggiormente. Stendetevi sul letto in una posizione per voi comoda, possibilmente supini con braccia distese lungo il corpo, e fate dei respiri profondi. Perfetto, stiamo per iniziare.

 Sono in molti a dire che l'esperienza extracorporea non è altro che un sogno.

3 - Aspettate che sopraggiunga il sonno. Restate assolutamente immobili. Qualsiasi muscono del vostro corpo, fino al più piccolo ed insignificante, deve restare fermo e rilassato il più possibile; se volete "uscire" dal corpo dovete evitare qualsiasi stimolo interno o esterno. Se avete seguito il consiglio del punto 1 adesso non ci vorrà molto prima che sentiate il torpore assalirvi. Prima che vi addormentiate dovete concentrarvi ed evitare che questo accada. Fate il possibile per restare svegli, restando però completamente immobili e rilassati con i muscoli. Concentratevi su questo pensiero: "adesso voglio avere un'esperienza extracorporea" e continuate a riptervelo nella testa. Se iniziate a penare a qualcos'altro, tornate il prima possibile sulla retta via. Concentrarsi su questo aspetto renderà inoltre più difficile addormentarsi, visto che la mente sarà ancora in piena attività conscia.

 Allucinazioni di questo tipo non sono rare, quindi preparatevi.

4 - E' meglio prendere alcune precauzioni mentali. Come avrete intuito, quello che state per provare è qualcosa di estremamente lontano a quello che la gente sperimenta di solito. Questo significa che state andando verso l'ignoto, e ci saranno alcune cose che potrebbero spaventarvi. Pensate a questo: nulla di quello che sta succedendo può in qualche modo essere pericoloso per voi. La maggior parte delle persone (ma non tutte) sperimentano appena prima dell'esperienza una paralisi corporea totale: non riuscirete più a muovere nessun muscolo e sarete completamente paralizzati. Non vi preoccupate: questa è una difesa del vostro corpo che si "spegne" durante il sonno per evitare di ferirsi con movimenti involontari. Succede ogni notte, solo che di solito state dormendo quando avviene. Molto bene, significa che siete vicini. Preparatevi adesso ad una serie di allucinazioni: possono essere visive (di solito sono delle semplici macchie colorate), ma potrete anche sentire dei suoni o provare sensazioni di levitazione o, al contrario, di sprofondare nel materasso. State tranquilli e non combattetele, di solito durano da pochi secondi ad un paio di minuti.

5 - Iniziate la vostra esperienza. Adesso sarete pronti ad alzarvi dal letto (o levitare via da esso, come preferite) e ad iniziare la vostra esperienza extracorporea. Vi sentirete totalmente fuori dal corpo e probabilmente sarete anche in grado di controllare i vostri movimenti. Attenzione: questa è anche una delle tecniche con le quali si può sperimentare il sogno lucido (del quale parlerò più avanti), quindi potreste alternativamente trovarvi in uno di questi. Potreste inoltre svegliarvi repentinamente e pensare che il tentativo sia fallito. Non è detto: capita infatti molto spesso il "falso risveglio", ovvero sognare di svegliarsi, ma sarete ancora addormentati! Per testare se quella in cui siete è la realtà o ancora un sogno, contate le vostre dita: se sono cinque per mano siete svegli, se sono in numero diverso (o variabile che cambia ogni qualche secondo) siete logicamente in un sogno lucido.


Ed ecco fatto, una guida pratica e passo passo per la vostra prima esperienza extracorporea. Questo non è l'unico metodo e negli anni sono stati scritti interi libri su quello che vi ho appena riassunto, quindi state certi che non mancherò di ritornare sull'argomento nelle prossime settimane.

giovedì 6 maggio 2010

Tecniche di memorizzazione - memorizzare un elenco senza fatica

La classica situazione: vi trovate a dover memorizzare un elenco di parole magari anche abbastanza lungo (oltre i dieci elementi), e saptete fin da subito che l'impresa non è delle più facili. Se poi aggiungete il fatto di dover imparare quelle parole anche in un determinato ordine, allora la situazione è proprio critica.

Quest'uomo ce l'aveva quasi fatta: era alle ultime pagine.

Ma tutti questi problemi non sono dati da una magica e fantomatica "energia negativa" emanata dagli schemi stessi: pensateci un attimo, e non troverete una ragione logica sul perché memorizzare un elenco è particolarmente ostico. L'unica spiegazione possibile è la seguente: il cervello pensa per associazione, quindi con continuità, ovvero la cosa più distante che possa esserci da un elenco puntato. Quindi il segreto è quello di amalgamare il vostro oggetto di studio e impararlo in un modo più consono. A questo aggiungerò un altro paio di trucchetti che vi saranno utili anche quando dovrete studiare qualcosa di diverso: anzi, con questo metodo d'ora in poi cercherete di schematizzare tutto quanto! 


IL METODO

Sappiate che alla mente umana non piace annoiarsi (ma va?), e quindi cercherà di eliminare dalla memoria tutto quello che di noioso trova. Quindi, se dovete memorizzare qualcosa di particolarmente noioso o banale, rendetelo divertente o eccitante. Ad esempio, se il primo termine è una pera, perché pensare ad una banale pera quando ci si può immaginare una pera grande come una casa e che magari parla con una voce stridula raccontando proverbi popolari? Ecco, questa è un'immagine che difficilmente dimenticherete.

Sfido chiunque a non ricordarsi una pera del genere

Okay, ora sapete come ricordarsi i vari elementi, ma questo non è che il primo passo. Se tentate di memorizzarli e basta non otterrete alcun risultato, perché come detto sopra dovete prima di tutto collegarli uno all'altro in una sequenza logica.

Visto che il cervello ragiona basandosi sulle cose che già conosce, la strategia migliore è di collegare ognuno di questi elementi in una sequenza continua che parte da una situazione abituale. Ad esempio, sempre prendendo l'esempio della pera, potete iniziare la vostra storia ucendo di casa e trovandovi di fronte un frutto come quello che vedete nell'immagine qui sopra. Se il secondo elemento è "pizza", allora la vostra pera può tirare fuori dalla tasca (sì, qui le pere hanno le tasche invisbili) una pizza alle... Pere! Per poi mangiarla con grande atto di cannibalismo. In questo modo potete attaccare tutti gli ementi che volete, e il gioco è fatto: in poco tempo avrete memorizzato senza fatica un elenco ordinato di oggetti. Potete fare la stessa cosa anche per concetti astratti: cose come "fantasia", "dolore" o "amare" possono essere anch'essi inseriti dentro la storia magari con un po' di visualizzazione mentale.

State tranquilli, perché in questo modo non rischierete di memorizzare elementi al di fuori dell'elenco: nell'esempio di sopra non vi verrà assolutamente in mente la casa dalla quale uscite o la strada nella quale incontrate la pera, sempicemente perché sono elementi così banali e noioso che verranno saltati a pié pari dalla vostra mente.

I concetti vanno collegati proprio come i fotogrammi in un film.


CONSIGLI

Potete limare ancora di più questo metodo sperimentando vari approcci, ogni persone è dversa e deve utilizzare metodi diversi. Il consiglio maestro è uno solo: meno ha senso la storia e meglio è, evitate assolutamente le cose che considerate normali o anche solo plausibili. Sbizzarritevi, non ponetevi freni, dopotutto siete i soli a visualizzare quello che pensate!

Tendenzialmente, i riferimenti più forti sono quelli sessuali, comici, completamente irrealistici o iperbolici (ovvero ingigantiti a dismisura in un particolare elemento, ad esempio un'auto sportiva che supera la velocità della luce). Ma come ho detto ognuno può avere riferimenti diversi, quindi continuate a sperimentare quello che vi si adatta maggiormente.


Ed ecco fatto, abbiamo finito. Applicate questo metodo appena potete, e noterete che l'incremento di velocità nello studio è notevole!

Nel prossimo articolo introdurrò un argomento che personalmente mi appassiona moltissimo: il sonno.

martedì 4 maggio 2010

Controllare il mal di testa

Purtroppo, molto spesso io soffro di sinusite. Questo significa che ogni tanto mi viene un forte mal di testa nella zona frontale, e non c'è molto che io ci possa fare a riguardo. Ora, ad alcuni prendere medicine può sembrare innaturale e se possibile preferiscono aspettare che il dolore passi da sé, ma per me non è affatto così: combattere il dolore di qualsiasi tipo è una mia priorità, così come verrà ampiamente dimostrato dai numerosi post che spenderò sull'argomento.



Ma dal momento in cui prendo la mia inseparabile aspirina a quello in cui la stessa fa effetto, passa logicamente un po' di tempo. Per questo mi sono messo alla ricerca di una soluzione efficace e veloce per ridurre lo scomodo mal di testa fino al momento in cui l'aspirina non fa effetto. Mi sono imbattuto per caso nella soluzione, riportata da Giacomo Bruno sul suo sito Autostima.net parecchi anni fa.

Il metodo è abbastanza semplice ma richiede un po' di concentrazione. Io sono riuscito ad applicarlo senza troppi problemi fin dalla prima volta, e sono sicuro che anche voi riuscirete a fare lo stesso; richiede un minimo di immaginazione e di capacità di visualizzazione mentale (ovvero la capacità di rendere "fisici" dei concetti astratti o cose inesistenti), ma niente ti troppo complicato. Prima di tutto, chiudete gli occhi e immaginate di prendere una scatola e chiuderci dentro il vostro mal di testa: sì, avete letto bene, materializzate il mal di testa e serratelo subito dentro alla vostra scatola immaginaria. La dimensione della scatola dovrà essere proporzionale al vostro mal di testa: se è forte dovrà essere grande, vice versa se è lieve.

Adesso, con molta calma e senza fretta, concentratevi al massimo e iniziate a rimpicciolire questa scatola immaginaria contenente il mal di testa. Noterete fin da subito come man mano che la dimensione si riduce anche il dolore segiurà di pari passo, liberandovi dalla pressione poco alla volta. Non abbiate fretta e non provate a disintegrare la scatola con un bazooka (figurato), non servirà a niente! Invece continuate con calma fino a quando la scatola non sarà piccolissima così come il vostro mal di testa. Ecco, adesso il dolore che provate è molto lieve e decisamente sopportabile. Ma con la giusta concentrazione potete fare ancora di più: quando la scatola è minuscola rimpicciolitela al punto di farla addirittura sparire: se siete abbastanza concentrati su quello che state facendo, anche il mal di testa sparirà. Questa operazione può richiedere un paio di minuti, ma sarete tutti d'accordo con me nel dire che ne vale decisamente la pena! Ricordate però: state lavorando con la vostra mente e non state assumendo un farmaco, questo significa che provare non è assolutamente sufficiente per ottenere un valido risultato. Se volete veramente liberarvi del mal di testa dovete essere assolutamente concentrati, dovete crederci.

Se qualcosa va storto e perdete per un secondo la concentrazione sentendo il mal di testa farsi nuovamente più intenso, non disperate: succede spesso e non significa che non riuscirete a raggiungere il risultato sperato. Seplicemente ingrandite nuovamente la scatola proporzionatamente all'intensificazione del mal di testa, dopo di che riprendete la vostra concentrazione e proseguite con il metodo sopra descritto. Non abbiamo tutti una mente uguale, alcuni possono metterci di più ed altri di meno, ma quello che è certo è che tutti ne siete capaci!

Il metodo per il controllo del mal di testa sopra descritto dimostra immediatamente l'importanza della visualizzazione mentale: immaginare qualcosa che non esiste permette al vostro cervello di focalizzarsi meglio su di essa, perché è più abituato a ragionare attraverso concetti concreti piuttosto che astratti. Questo principio generale potete già applicarlo a tutto: se avete difficoltà ad assimilare un concetto o a capire qualche cosa di astratto, provate a visualizzarlo nella vostra mente e a farlo interagire con qualche altro oggetto fisico. La maggior parte delle volte questo vi aiuterà a trovare la soluzione al vostro problema. Tornerò più volte su questo argomento in futuro, spiegando man mano tutti gli ambiti in cui la visualizzazione mentale può essere usata (e credetemi, sono veramente tantissimi).

Se vi è piaciuto questo mio primo post guardate qui a destra e iscrivetevi in tanti per poter essere sempre i primi ad essere avvisati di un nuovo intervento: questa non è che la punta dell'iceberg delle capacità della mente. Ci vediamo al prossimo post, dove spiegherò qualcosa che farà l'assoluta felicità soprattutto degli studenti: come memorizzare una serie di parole o di concetti impiegandoci un terzo del tempo!